|
Mostra «La Misura del Tempo» -Trento |
|
a
Trento
L’esposizione è
stata inaugurata il 25 giugno 2005 presso il prestigioso
Museo dl Castello del Buonconsiglio. Noi siamo andati a
visitarla in occasione di una prima visita di Cinzia e Nino,
i miei due cugini di Milano il mese di luglio dello stesso
anno nell'unica giornata piovosa qui a Trento. Sono andato a
prenderli all'uscita dell'autostrada che pioveva, li ho
portati a casa e il pomeriggio abbiamo fatto il nostro giro
culturale. Prima al Castello, poi al museo Diocesano dove
c'era un'aòtra mostra, quella dedicata agli "Argenti del
Nord"
|
La mostra inaugurata al Castello comprendeva anche gli
orologi di Papa Alessandro VII Chigi, Maria Teresa D'Austria
e San Filippo Neri più oltre 350 altri esemplari preziosi
dell'ingegno umano. Gli orologi notturni e silenziosi di
papa Alessandro VII, realizzati a metà '600 dai fratelli
Pier Tommaso e Giuseppe Campani, il celebre orologio
astronomico di Maria Teresa D'Austria costruito nel '700 dai
maestri Borghesi e Bertolla, proveniente dal museo di Storia
e Tecnologia di Washington, ed ancora l'orologio di San
Filippo Neri del Barocci o il preziosissimo orologio da
|
|
saccoccia
in cristallo di rocca realizzato dal Mascarone sul finire del '500.
Sono solo alcuni dei più rari e preziosi pezzi che si potranno
ammirare al Castello del Buonconsiglio di Trento fino al 6 novembre
2005 nella più completa mostra mai allestita in Europa sulla storia
dell'orologeria italiana dalla fine del XV al XVII secolo. Oltre 350
pezzi provenienti da prestigiose collezioni private e pubbliche,
raccontano la nascita e lo sviluppo dell'orologio, da quelli solari,
agli astronomici, dagli astrolabi alle clessidre, da quelli con
automi semoventi a quelli a piano inclinato, a cremagliera, ed
ancora i notturni, le pendole, gli orologi a proiezione, quelli da
petto o saccoccia. In mostra è anche ricostruito un laboratorio con
gli strumenti di lavoro, gli ingranaggi, i compassi, le frese, i
libri prestati dal museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo
da Vinci" di Milano, appartenuti al maestro orologiaio trentino
Antonio Bertolla (1702-1789). Nove le sezioni della mostra; si
inizia con gli orologi solari, realizzati attraverso gli studi della
gnomica, la scienza relativa alla rappresentazione della sfera
celeste.
Sono esposte meridiane portatili di autori italiani,
basate sui differenti principi di costruzione e alcune astrolabi,
dischi traforati che rappresentano la mappa delle stelle fisse con
il polo nord celeste al centro. Nella seconda sezione trovano posto
alcuni prototipi dell'orologio meccanico e fini modelli di
svegliatori monastici, orologi che servivano nei monasteri per
segnare la cadenza dei servizi religiosi. Una sezione è dedicata ai
primi orologi pubblici e planetari con indicazioni astrologiche per
la popolazione destinati alle torri civiche e agli edifici
religiosi. Nella quarta sezione sono esposti gli automi tra i più
particolari ed accattivanti manufatti della mostra, e i prestigiosi
orologi rinascimentali. Gli automi nel '500 sono oggetti di lusso
che rispecchiano l'importanza dell'aristocrazia che incarica
ebanisti, orafi ed artisti per impreziosirli e decorarli. Nascono
gli stupefacenti orologi con sculture di animali che si muovono allo
scoccare delle ore. In questa sezione vengono esposti anche orologi
rinascimentali. Tra i pochissimi orologi italiani da persona di metà
'500 che si sono conservati in mostra vi è lo straordinario orologio
di San Filippo Neri realizzato da Giovan Battista Mascarone di
Milano. La sesta sezione è dedicata agli orologi notturni: opere
d'arte e tecnologia furono costruiti a metà del '600 per risolvere
l'insonnia di papa Alessandro VI
Chigi. Il merito spetta
ai fratelli Campani che realizzarono un orologio silenzioso e che si
poteva leggere anche di notte. Usarono il mercurio come forza
motrice che non facesse rumore, quindi sfruttarono il principio
della lanterna magica per illuminarlo di notte. Alcuni orologi
notturni furono decorati da pittori importanti, in mostra quello con
la raffigurazione del tempo e le quattro stagioni dipinto dal
Maratta. La settima sezione mette in luce le diverse scuole
regionali di orologeria del '700, da Milano a Venezia, Roma, Genova,
Napoli, Firenze. L'ottava sezione rappresenta un omaggio alla storia
dell'orologeria trentina rappresentata dall'opera del suo più
insigne protagonista: Antonio Bartolomeo Bertolla (1702-1789). E'
infatti esposto il famoso orologio astronomico progettato da
Francesco Borghesi(1723-1802) e
costruito dal Bertolla,
proveniente da Washington. L'ultima sezione sarà dedicata
all'iconografia dell'orologiaio con una trentina tra incisioni e
quadri, sopratutto ritratti, che danno modo di capire come gli
orologi abbiano assunto nel tempo la valenza di status symbol. Tra
le opere più interessanti spiccano il ritratto di papa Alessandro
VII Chigi dipinto da Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia
(1639-1709), famoso per aver affrescato il soffitto della chiesa del
Gesù a Roma, il ritratto del conte Nicola Soderini per mano del
celebre
pittore Pompeo Batoni (1708-1787), il ritratto di dama con orologio
di Alessandro Longhi(1733-1813) ed infine il ritratto di dama di
Lavina Fontana (1552-1614). Il comitato scientifico della mostra è
coordinato dal professore Giuseppe Busa, uno dei massimi esperti di
storia dell'orologeria, mentre l'allestimento è curato da
Michelangelo Lupo. Chi visita la mostra " La Misura del Tempo" ha
diritto, presentando il biglietto, ad una riduzione d'entrata presso
il Museo Diocesano Tridentino che ospita la mostra dedicata agli
"Argenti del Nord"
approfondimento--->>>
|
|
|
|
|
|
|