Vinart

VinArt n°1

VINI

Riferimento

 

 TRENTO MESE DI GIUGNO 2003









Nobile vino, arte antica

Quando il vino va a teatro


 Su un lato è raffigurato Tenatio con una specie di sifone, forse strumento per spillare il vino dalle botti ed assaggiarlo; sull´altro lato, c´è sempre lui, Tenatio, con dei barilotti a terra e in mano uno strumento che non è facile riconoscere (la stele, anche l´originale, ovviamente, non è in ottime condizioni). La stele è stata ritrovata nel 1981 a Passau, nel fiume Inn, a poche decine di metri dalla confluenza con il Danubio, ed è databile alla fine del secondo secolo a.C., oppure ai primi anni del terzo secolo. Frammenti perduti di vite lontane, storie che possiamo ricostruire per capire e ricordare un pezzetto del nostro lontano passato.  Molto probabilmente i Tenatii, famiglia della quale è attesta la presenza nella zona veronese del Valpolicella, erano esportatori dei famosi vini "retici" dei quali parla anche Virgilio, vini tra i quali si devono annoverare anche quelli dell´odierno Trentino. Si sa che esisteva una fiorente via di commercio del vino retico che veniva portato su zattere fino a Bronzolo: poi a dorso di mulo il vino veniva portato oltre Brennero fino ad Innsbruck, dove di nuovo veniva caricato su zattere ed arrivava fino a Passau, non distante da quella che allora era REGINA CASTRA (oggi Regensburg), capoluogo della Retia, vicino al Limes (confine) segnato dal fiume Danubio. Nella Tridentum fiorente di attività e ricca di commerci, nella Tridentum che

Caio Valerio Mariano (al quale oggi è intitolata una strada) rese importante e ricca come centro di rifornimento per gli eserciti della Retia, nella Tridentum retroguardia del limes danubiano, nella Tridentum "splendido municipio" che si può fregiare del titolo Julia, Publio Tenatio esercita la sua attività di commerciante e forse anche di produttore di vino. Dalla vecchia Tridentum poi egli parte, e

          

trasferisce la sua attività di esportatore e commerciante di vini "retici" là, a Passau, dove muore, e dove il figlio - forse recatosi là a continuare l´attività del padre - gli dedica la stele che oggi, in copia, ma ugualmente bella, possiamo ammirare laggiù, nello spazio magico e intrigante del S.A.S.S. Basta scendere laggiù, sotto tutte le nostre fughe e la nostra fretta, per godere della bellezza struggente della TRIDENTUM romana, insieme - sempre per chi lo vuole, non è un obbligo - ad un buon bicchiere di vino che non guasta mai, a patto che chi beve possa dire - come dice il greco Anacreonte - "che io beva tutto d´un fiato dopo aver versato dieci misure d´acqua e cinque di vino, per bere senza mai superare la giusta misura, sorseggiando tra bei canti", in modo da "tornare a casa con le mie gambe, senza dover essere sostenuto dal servo".

 

Ancora una volta laggiù, nello spazio magico e straordinario del S.A.S.S., il nostro passato parla, e dice le solite cose di sempre, la sconcertante modernità dei classici: anche per il vino, quello che - per usare parole di Virgilio- "matura dolce sulle montagne piene di sole".