VinArt n°1

VinArt n°2

VINI

Riferimento



 TRENTO MESE DI GIUGNO 2003









Nobile vino, arte antica

Quando il vino va a teatro


Pensatoio d´acqua, visto che a Trento, fa un caldo beduino, e visto che - e qui ci sarebbe poco da scherzare - è pure l´anno dell´acqua. Ma oggi i vecchi classici sono ribelli: l´acqua parla poco, e parla ben di più il vino. Allora l´acqua resta sospesa; e vino sia, visto che c´è anche la manifestazione...conclusiva di VinArt, rassegna enologico culturale che, in diciassette giornate, "ha coinvolto cantine grandi e piccole per un totale di cento

eventi". Senza ombra di dubbio il vino è classico: fin da quella volta di Noè, e per i Greci da sempre, dal mare di Omero, che è "del colore del vino", al vino "politico" di Alceo che beve sempre, estate e inverno, e suscita le ire di un grammatico bacchettone che non capisce che Alceo parla di vino, ma allude al simposio, al ritrovarsi degli "amici" impegnati nella lotta politica contro i tiranni. Per non parlare del vino - Dioniso, dio dell´ebbrezza e dell´estasi, dio della conoscenza e del teatro: qui veramente si finisce in un labirinto armonico incredibilmente affascinante, complesso ed anche inquietante che coinvolge religione e ragione, uomo e dio, soprattutto il dio che - come afferma Euripide - è l´intelligenza che sta dentro ogni uomo. E´ un po´ la storia della vite e dei tralci,

 raccontata in altro modo. Meglio fermarsi al vino e alla vite, da sempre parte della storia dell´uomo. Già in una tomba di Tebe d´Egitto, del secondo millennio a.C., si vedono raffigurati contadini che raccolgono i grappoli sotto pergole ben ordinate e coltivate, e poi altri lavoranti che raccolgono il mosto in recipienti, e poi una fila ordinata di anfore nelle quali il vino viene messo dopo la preparazione.  Nella tradizione della Grecia arcaica il vino è cosa strana: pare che il segreto fosse una buona dose di acqua di mare (circa il dieci per cento) aggiunta al mosto. Beh, detto questo, i nostri maestri cantinieri si sentiranno venire un colpo: ma così era, e questo veniva fatto per evitare il mal di testa del giorno dopo, e perché il vino avesse effetti lassativi, stimolasse la produzione di succhi gastrici e favorisse la digestione. I tempi cambiano anche se, a parte l´aggiunta barbarica di acqua di mare, le qualità terapeutiche del vino (in dosi moderate) sono riconosciute anche oggi. Più che ai Greci però è bene guardare ai Romani. A Orazio che dice "agli astemi gli dei danno tutti i guai", e par di sentire l´adagio trentino "a chi no ghe pias ´l vin, che Dio ghe toga anca l´aqua". E poi, ancora di più che a Orazio,

si può e si deve guardare alla storia romana nostra, alla storia di Trento "splendido municipio" che ha da raccontare davvero tante cose. Laggiù, nel fresco e nella magia del S.A.S.S., c´è una stele, anzi no, è solo una copia che l´Ufficio Beni Archeologici, cioè il dott. Gianni Ciurletti (papà dello spazio archeologico), ha avuto (e per di più gratis) grazie ai buoni rapporti con il corrispondente ufficio di Monaco di Baviera. Sulla stele funebre, esposta nello spazio archeologico sotterraneo del S.A.S.S., si legge: "A Publio Tenatio Essimno, commerciante di vini, della città di Trento (colonia) Julia, morto a cinquantasei anni, il figlio Publio Tenatio Essimno dedica, al padre piissimo".