a
Trento
Palazzo
Del Monte
Al
riguardo c'è da notare la felice integrazione delle
cornici, delle mensole e in generale degli elementi
strutturali lapidei con quelli affrescati. Committenti,
quasi certamente furono i nobili Meli <<
de Melis
>>. La loro orma ( troncata nel primo d'azzurro,
sorreggente una pianta di melo al naturale, nel secondo di
bianco )è ancora affrescata sotto il poggiolo di via
S.Marco. Pur rimanendo in ottimi rapporti con la città, i
Meli, si trasferirono da trento a Cremona verso il 1530-40.
Il palazzo fu venduto a
Lorenzo
Basso, ricco borghese di
origine Veronese o forse Vicentina, Lorenzo Basso dal 1535
ha casa nel borgo di S.Martino, una zona di scarso rilievo,
ma dal 1540 lo troviamo invece, come tutti i Maggiorenti
della città, nel quartiere di S.Pietro. Nel 1544 è
nominato console. Nel 1590 il palazzo << al Cantore
>> fu venduto ai
Weiser, una metà a
Gaspare e l'altra
metà a suo padre
Antonio. Nel 1591 Gaspare vi si trasferì
subito installandovi la propria bottega di
Aromatario. Morto
alla fine del 1612, senza eredi diretti, lasciò il palazzo
al fratello di sua moglie il farmacista
Antonio
Del Monte,
che din dal 1613 vi trasferì, abitazione e attività, anche
se ne entrò in possesso
legalmente
solo a partire dal 1618. Il palazzo rimase ai Del Monte fino
al 1780, quando alla morte di
Antonio Simeone
Leonardo,
venne ceduto a
Gioacchino
Barbacavi. All'inizio
dell'Ottocento, rinnovando il tetto, fu abbattuta la
<<
marcia trionfale
>> che era affrescata nei
sottogronda. Null'altro si sa di questo affresco. Nel
settembre del 1886 il palazzo passa a Simone Rohr che compì
diversi interventi di ristrutturazione. Le più
importanti furono, l'apertura del nuovo ingresso di via
S.Marco e la conseguente riattivazione della scala marmorea
originale e in oltre l'apposizione del suo stemma sia
all'esterno (
sul
concio di chiave del portale della facciata
principale
)che all'interno (
sugli stipiti delle porte e
lungo la scala
) del palazzo. Intorno al 1932 il palazzo era
passato ai
Bertagnoli. Nel corso dell'ultima guerra,
incendiatosi durante un bombardamento, fu salvato a stento
dall'ordine di demolizione per ragioni di incolumità
pubblica. La Soprintendenza ne curo la copertura provvisoria
e nel 1952-53, procedette ad un restauro sommario degli
affreschi. Un ulteriore restauro fu attuato nel 1982. Oggi
proprio sull'angolo al pianterreno, c'è la farmacia
S.Antonio, erede della bottega di Aromatario di Gaspare
Wieres.
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