Mortandela
La
Mortandela della Val di Non
In passato,
in Val di Non, ogni famiglia usava acquistare un maialino
alla Fiera dei Santi e allevarlo per circa 12 mesi a
patate, crusca, scarti di ortaggi e fieno. Con la carne si
produceva il più tipico dei salumi della Vai di Non, una
zona storicamente a torte vocazione norcina. usando
esclusivamente il suino, compresa la gola e, più
raramente, il cuore e i polmoni. Oggi la mor tandela è
ancora prodotta artigianalmente da alcuni produttori, ma
è sempre più difficile recuperare la materia prima
migliore, ovvero maiali pesanti, allevati con alimenti
naturali. Dalla curiosa forma a polpetta, fortemente
affumicato e dai caratteristico colore bruno, questo
antico salume si ottiene disossando le carni,
sqrassandole, snervandole, macinandoie e aggiungendo un
miscela di spezie. L’impasto così ottenuto si divide in
piccole porzioni di circa due etti. A questo punto le
carni non sono insaccate, ma appallottolate e adagiate su
assi di legno, su uno strato di farina di grano saraceno.
Dopo una prima asciugatura di cicca
12 ore, si passa all’affumicatura
(a una temperatura di circa 25° ) e, dopo sei o sette
ore, le rnortandele devono essere girate, una a una,
perché si asciughino e aftumichino in modo uniforme. Dopo
una settimana sono pronte, ma è meglio aspettare almeno
un mese per il consumo. La difficoltà della lavorazione e
l’economia della zona, quasi completamente basata sulla
melicoltura, hanno messo in crisi la produzione delle
tradizionali mortandele. Il Presidio ha recuperato la
produzione, grazie al coinvolgimento di giovani macellai e
ristoratori. Inoltre, l’obiettivo del Presidio è
stimolare i norcini coinvolti ad appr-owigionarsi di carne
suina da allevatori disponibili a seguire un disciplirrare
di alimentazione naturale che garantisca un’alta
qualità delle carni.
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