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 UOMINI DI PIETRA


Statua stele di Pontevecchio ( Lunigiana )
Pugnale di tipo remedelliano da Montebradoni - Tubicini in rame da Brentonico ( Trento ) 

UOMINI DI PIETRA


" I ritrovamenti di Arco e il fenomeno delle statue stele nell'arco alpino.Le pagine sono scaturite dalla mostra: Uomini di pietra.Statue stele e prima metallurgia in Trentino Alto Adige di Castel Beseno, 15 luglio - 7 novembre 1993 "

Il rinvenimento tra l’autunno del 1989 e l’estate del 1990, durante gli scavi di fondazione dell'ospedale di Arco (Trento), di ben sei statue stele segna una tappa fondamentale per la Paleontologia trentina. Fino a tale momento infatti simili monumenti erano praticamente ignoti in questo territorio ad eccezione di un analogo reperto rinvenuto a Brentonico (Trento) da Adriana Rigotti nel 1970, riimpiegato in un muricciolo a secco, che tipologicamente sembra ricollegarsi soprattutto alla tradizione iconografica della Lunigiana e di Aosta. La scoperta ebbe a livello locale un grande riscontro sulla stampa e questo consentì a Giuseppe farmacista di Revò (Valle di Non), di riconoscere come statua stele una pietra esposta nel giardino del signor Cornelio Gironimi, da questi recuperata perché <<particolarmente bella>> ca. 20 anni prima durante i lavori di estrazione in una cava di sabbia. I monumenti di Arco e

Revò sono molto simili alle statue dell’Alto Adige documentate attualmente da 9 esemplari: 4 da Lagundo, 1 da Totschling, 1 da Velturno, 1da S. Verena, 1 da Termeno e 1 da Laces. Si capisce quindi l’importanza di questo rinvenimento che consente di estendere all’area gardesana ed alla Valle di Non la cerchia di distribuzione di questo particolare fenomeno.Il ritrovamento ad Arco di tali reperti è del tutto casuale ed è scandito in tre tappe. La prima al 31 ottobre 1989 segna il recupero nella discarica del signor Chiarani presso Moletta Patone (Trento), fra i materiali di risulta provenienti dagli scavi di fondazione del nuovo ospedale di Arco, della statua stele più imponente del gruppo, denominata, in base all’ordine di rinvenimento, Arco I. Il 5 gennaio del 1990, a circa due mesi dal primo rinvenimento, la prosecuzione dei lavori portava alla scoperta di altre tre statue stele (Arco II, III, IV). Le ultime due (Arco V e Arco VI) vennnero recuperate nelle medesime circostanze il 13 giugno dello stesso anno. Secondo le testimonianze degli operai tutti i monumenti giacevano in un livello di alluvioni ciottolose a ca. m 4 dal piano di campagna. Poco si può quindi dire sulle condizioni della giacitura originaria. Secondo il direttore del Museo Tridentino di Scienze il geologo Michele Lanzinger la loro sede originaria non doveva essere molto distante dal luogo di ritrovamento, Il volume di ciascuna di esse è infatti di gran lunga superiore alle dimensioni dei ciottoli alluvionali in cui erano inglobate. Gli esemplari di Arco mostrano un eccezionale stato di conservazione. Decorati su tutti i lati, furono concepiti, come quelli altoatesini, quali figure a tutto tondo per essere viste da ogni angolatura spaziale. Tranne Arco I che è in calcarenite-calcirudite locale gli altri esemplari sono tutti in marmo, roccia assente nel territorio benacense salvo, eventualmente sotto forma di massi morenici.    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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