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 UOMINI DI PIETRA



  Statua stele preistorica 

UOMINI DI PIETRA


" I ritrovamenti di Arco e il fenomeno delle statue stele nell'arco alpino. Le pagine sono scaturite dalla mostra: Uomini di pietra. Statue stele e prima metallurgia in Trentino Alto Adige di Castel Beseno, 15 luglio - 7 novembre 1993 "

L a  scoperta ad Arco ( Trento )tra la fine del 1989 e l'estate 1990, di sei statue stele in ottimo stato di conservazione, risalenti al III millennio a.C. si è rivelata occasione di ripresa degli studi relativi a tale tematica esponendo nell'occasione altri oggetti, statue stele, massi incisi dell'età del rame scoperti nell'arco alpino meridionale. Con il termine statua stele si è soliti indicare un masso intenzionalmente modellato dall’uomo ed istoriato, talvolta su più lati, rappresentante una figura antropomorfa. Presenze di simili monumenti sono segnalate in gran parte dei paesi europei ed attualmente Il loro numero ammonta a più di 500. I materiali con cui venivano realizzati sono quasi sempre pietre reperibili in loco. Con molta probabilità vennero scolpiti anche nel legno, ma di questi ultimi non è rimasta traccia, causa la deperibilità del materiale. Nell'arco alpino e nell’ Italia settentrionale possiamo riconoscere 5 aree di concentrazione 1) in Liguria e Toscana: gruppo della Lunigiana 2) in Val d’Aosta: gruppo Aosta 3) nel Vallese: gruppo Sion 4) in Lombardia orientale: gruppo Valcamonica e Valtellina 5) in Trentino Alto Adige e Veneto: gruppi Atesino, Brentonico e della Lessinia. In base ai confronti che si possono istituire tra gli elementi raffigurati sulle statue stele e gli oggetti rinvenuti nei complessi funerari od abitativi dell’età del Rame si può affermare che la loro diffusione nella regione alpina deve essere avvenuta a partire dalla fine del IV millennio e perdurata a lungo nel III, in concomitanza con il diffondersi delle prime attività metallurgiche. Sulle statue stele, infatti, si trovano spesso riproposti alcuni tra gli elementi tipici e pressoché esclusivi della prima metallurgia dell’ Italia settentrionale come ad esempio le doppie spirali, i tubicini in lamina, i collari ad anello, ma soprattutto le asce piatte, le alabarde ed i pugnali triangolari. Il più importante fra tutti questi oggetti, anche perché rappresenta il comune denominatore di questi monumenti, è il pugnale a lama triangolare, con o senza costolatura centrale e codolo mono o biforato, denominato di tipo «remedelliano» perché rinvenuto per la prima volta alla fine dell’Ottocento nella necropoli di Remedello vicino a Brescia, In realtà il proseguire delle ricerche ha potuto dimostrare che tale pugnale non solo è raffigurato sui vari gruppi di statue stele ma si trova in più culture neolitiche italiane, come ad esempio quelle di Spilamberto (Modena), Vecchiano (Pisa), Rinaldone (Viterbo) e Gaudo (Salerno). Deve quindi essere stato nell’ideologia dei vari gruppi dell’età del Rame un elemento significativo e dominante con un alto contenuto simbolico che il pugnale rappresentato sulle statue stele sia effettivamente quello <<remedelliano>>è confermato anche dal ritrovamento nella necropoli di Spilimberto di una riproduzione in osso con immanicatura a pomo semilunato. In alcuni casi il pomo poteva essere arricchito da una serie di borchiette come a Spilimberto e Remedello ( Brescia )ove sono venute alla luce due lame triangolari in rame con ribattini e, all'altezza del pomo tre borchiette. Si può quindi pensare che la costruzione del pugnale avvenisse così: la lama veniva fissata con uno o più ribattini tra due guaine probabilmente in osso/corno o legno e,se necessario, alcune borchiette venivano disposte a corona lungo il bordo del pomo; successivamente una corda in cuoio od in elementi vegetali poteva essere avvolta attorno all'impugnatura.   <continua>

 

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