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" Bartolomeo Bezzi "

 

Riguardo a questo periodo Bezzi, scrivendo nell’agosto del 1913 a Ugo Ojetti, diceva: "nel 1871 mi recai a Milano, a Brera, ad incominciare il tirocinio che durò sette anni senza imparare nulla!". Un affermazione provocatoria, considerando che nel corso degli studi presso quell’Accademia si fa ben presto notare e, già nel secondo anno di studi riesce ad ottenere menzioni e medaglie coi suoi lavori. In questi anni inoltre, si unisce in amicizia con un gruppo di giovani artisti dallo spirito rinnovatore ed antiaccademico e assieme a Gaetano Previati, Filippo Carcano ed Eugenio Gignous, partecipa attivamente ai dibattiti sul divisionismo e sull’impressionismo francese. Nel 1878 in occasione della mostra annuale di Brera ottiene un riconoscimento per l’opera Valle di Rabbi. Nel 1879, si ammala ed è costretto ad abbandonare gli studi accademici ma, fortunatamente, la sua passione per la pittura e le sue indubbie capacità gli consentono di proseguire l’attività di artista e con enorme successo.

Nel 1882, infatti, vince a Milano il premio Fumagalli di Lire 4.000 con l’opera Pescarenico, acquistata dal principe Ruspoli e questa è solo la sua prima vittoria importante, poiché ne seguono molte altre in numerosi concorsi, sia italiani che esteri.
Nel 1883, partecipa all’esposizione Nazionale di Roma con cinque paesaggi di tema veronese e ottiene un enorme successo di pubblico e di critica, tanto che i suoi quadri trovarono acquirenti di gran nome quali il Principe Ruspoli e Ismail Pascià, l’ex Vicerè di Egitto che perduto il trono si divertiva a sbalordire l’esotizzante società della Capitale coi suoi sardanapaleschi splendori orientali.

In questi anni vive tra Verona e Milano. Nel periodo veronese dipinge Acqua morta, esposta a Brera ed acquistata dal conte Aldo Annoni di Milano, Sulle rive dell’Adige e Verona, presentati all’Esposizione di Roma del 1886 ed acquistati dal Re d’Italia. Nel 1888, all’Esposizione di Parigi, viene premiato per l’opera Sole morente, che viene poi acquistata dal Museo Revoltella di Trieste. Fino al primo decennio del Novecento, Bezzi mantiene e coltiva questa sua vocazione paesaggistica, sviluppandola in senso sempre più lirico; durante i suoi spostamenti tra Verona e Milano passa le estati in Val di Sole, traendo ispirazione dagli stupendi paesaggi trentini. Nel 1890, si trasferisce a Venezia, dove abita nelle Fondamenta delle Zattere, quartiere al tempo frequentato da molti artisti e dove si lega in amicizia con Guglielmo Ciardi, Luigi Nono e Mario De Maria. E’ in questi anni che, influenzato dall’ambiente artistico veneziano e in particolar modo da Favretto e Fragiacomo, si dedica anche alla pittura di genere. A Venezia resta fino al 1910. Qui, insieme con Riccardo Selvatico, Sindaco di Venezia dal 1890 al 1895, e con Fradeletto, getta le basi di un progetto di Esposizione Internazionale d’Arte, che si concretizzerà nella Biennale di Venezia, una tra le più importanti rassegne d’arte Europee.

 


  


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