TR
E N T O D I M A S C H E RE, SA T I R I E ALTRE
RAFFIGURAZIONI
FANTASTICHE E MERAVIGLIOSE
"The
movement was just as much a Counter
Renaissance
as a Counter Reformation... “.
Maschere come satiri, sileni, raffigurazioni fantastiche, mostruose e meravigliose: sfogliando queste pagine
scopriamo un vasto repertorio di maschere e mascheroni che non rievoca tanto una Commedia Umana, dove vengono ritratti belli e brutti, buoni e cattivi, ma la materializzazione
di un immaginario che si espresse utilizzando dei canoni stilistici non casuali e non sempre intercambiabili tra loro. . Ogni civiltà, ogni epoca ha modalità proprie e
particolari per confrontarsi con il fantastico, l'irrazionale, il terrifico; e quale metafora migliore se non quella della soglia da varcare richiama più efficacemente i
rischi e i pericoli inerenti a ogni passaggio? Questi mascheroni architettonici hanno un' evidente connessione con porte, serrature, finestre; si trovano sempre collocati nelle
adiacenze di aperture e posti di passaggio. Il simbolismo implicito nei concetti di entrare/uscire, aprire/chiudere, consentire/impedire l'accesso giustifica, almeno in parte,
le apparenze spesso inquietanti e mostruose di questo genere decorativo. Simulacri muti e immobili, ma anche efficaci presenze poste a scongiurare eventi o situazioni
indesiderate. Trento offre, al visitatore attento, un interessante repertorio metamorfico di maschere e mascheroni in pietra disperso fra case, palazzi e vie. Si tratta di un
modesto ma interessante patrimonio di raffigurazioni immortalate nelle chiavi di volta di porte e portali, sui cornicioni di finestre, come parte decorativa di loggette, travi
o battenti. Le suggestive immagini realizzate dall' autore hanno il merito di riportare all'attenzione un complesso iconografico che a Trento passa di solito abbastanza
inosservato. Si tratta di una ricerca inedita per Trento e tale monografia, pur essendo solo la selezione di un lavoro più ampio, si presta bene a documentare un 'genere'
artistico considerato minore, ma che non per questo può offrire spunti meno interessanti per la ricerca antropologica e storico artistica. Il percorso di visita suggerito per
ammirare tali decorazioni nel loro contesto architettonico parte da piazza Mostra, si snoda per via Manci e via Oss Mazzurana, passa per via Calepina e via Santa Trinità;
tocca il Duomo, prosegue per via Belenzani e si conclude in via Torre Verde. La varietà del repertorio fantastico che si può ammirare percorrendo questo breve itinerario è
notevole e riflette naturalmente gli stili e le epoche in cui è stato prodotto: dal più antico immaginario medievale sino all'Ottocento (periodi che contano, peraltro, pochi
esempi), e con la quasi totalità di testimonianze che si concentra fra XVII e XVIII secolo. Già da una prima ispezione visiva, si può notare come un gran numero di questi
mascheroni aderisca solo in parte alle convenzioni e alle cosiddette teorie degli ordini classici. Fra Seicento e primo Settecento è possibile contare un vasto e polimorfico
complesso di maschere che va dalle
più consuete versioni classicistiche alle varianti sublimi di un immaginario mostruoso e meraviglioso, molto meno noto.