Il Gotico nelle Alpi a
Trento
Un evento espositivo di carattere
internazionale dedicato al Gotico nelle Alpi. Centottanta
opere provenienti da prestigiosi musei europei (Francia,
Svizzera, Austria, Germania, Slovenia e Italia) e da
istituzioni ecclesiastiche degli stessi Paesi. L'esposizione
nasce da una straordinaria testimonianza del Gotico
internazionale conservata a Trento, il Ciclo dei mesi. Il
Castello del Buonconsiglio e il Museo Diocesano Tridentino
organizzano a Trento, dal 20 luglio al 20 ottobre 2002, una
grande mostra dedicata al "Gotico nelle Alpi" (1350-1450).
L'esposizione nasce da una straordinaria testimonianza del
Gotico internazionale conservata a Trento, il Ciclo dei
mesi, affrescato verso il 1400 in Torre Aquila, nel Castello
del Buonconsiglio, su commissione del principe vescovo
|
Giorgio di Liechtenstein.
Gli affreschi di Torre Aquila costituiscono l'ideale
punto di partenza del percorso espositivo,
articolato nel Castello del Buonconsiglio e nella
sede del Museo Diocesano Tridentino. Attraverso la
presentazione di oltre centocinquanta opere
provenienti da tutto l'arco alpino, la mostra
intende offrire una visione d'insieme sulla
complessa fisionomia artistica di questo vasto
territorio fra la metà del Trecento e la metà del
Quattrocento. In una città deserta, boom di
visitatori al Castello del Buonconsiglio. Turisti, italiani
e stranieri, letteralmente sedotti dal «
Gotico delle Alpi
», la mostra divisa tra Castello e Palazzo Pretorio.
Alla fine delle 21 sale, commenti rapiti: «Mostra
straordinaria, di grande ricchezza». Arrivano a
frotte in città. Pur con il solleone che incombe, i
turisti italiani e stranieri sono centinaia,
anche se non è il pienone dei giorni di |
maltempo. Tutti attratti dalla succosa occasione
di ammirare la mostra internazionale del «Gotico nelle
Alpi». Ieri i visitatori diretti al Buonconsiglio e al
Diocesano sono stati stati 784 (599 nel primo, i rimanenti
nel secondo), in una città altrimenti deserta. Non sempre al
corrente della mostra, l'arrivo a Trento, magari per una
sosta prima di riprendere il viaggio di ritorno a casa,
costituisce una bella sorpresa. Le impressioni dei
visitatori, al termine della maratona alle quasi venti sale
dell'esposizione (che diventano 25 totali con quelle del
Museo Diocesano), sono tutte positive. Al Castello, anche
nel caldo torrido del primo pomeriggio, ci arrivano interi
gruppi familiari con nonni e nipotini al seguito. Molte le
coppie che, finite le vacanze in montagna, spezzano
con questa parentesi il controesodo. Due giovani
intervistati, sono entusiasti della visita sia al
Buonconsiglio che al Diocesano. «Abbiamo scelto di fare la
visita guidata - dicono - perché così le tante opere esposte
riescono a comunicare storie più complesse, dei committenti,
dei proprietari, delle corti che le hanno ospitate». Per
tutti e due la visita alla mostra è stata una bella
sorpresa. «La parte del Gotico al Museo Diocesano è forse di
più difficile lettura,forse perché non c'è una guida e
perché le opere sono essenzialmente paramenti e immagini
sacre. Anche il costo del biglietto d'ingresso è adeguato
alla quantità dell'offerta». E' venuta con mamma e figli
piccoli al seguito la signora Anna Rita . Soddisfatte sia
madre e figlia, che i bambini: «Anche Pietro, che ha solo
cinque anni, - confessa Anna Rita - era molto interessato.
Gli sono piaciute le corazze e le armi dei cavalieri».
Aggiunge la nonna Bruna: «Non
siamo degli intenditori, ma le opere sono molto belle, così
come le sale e gli arredamenti del Castello». Tiziano e Nada
sono di ritorno dalle vacanze a Merano. Ma una puntata a
Trento, la fanno sempre. Come quest'anno, prima del viaggio
verso casa: «Non sapevamo che c'era la mostra sul Gotico,
dunque è stata un'ulteriore soddisfazione. Abbiamo iniziato
la visita dal ciclo dei Mesi di Torre Aquila: la cosa più
bella». Hanno saputo a Madonna di Campiglio, dove sono
reduci dalle vacanze, della mostra del Gotico a Trento. Sono
due amiche di Tivoli: Floriana Rinaldi e Annarita. Hanno
trovato molto interessante la divisione tematica delle
stanze: dalle opere che hanno per soggetto il mondo
cavalleresco a quelle sulla devozione popolare, le Madonne e
le Pietà. «Siamo ben impressionate - aggiungono - della
quantità di opere perchè non sempre in queste mostre si ha
una ricchezza tale». Chi non se l'è sentita di salire le
scale del Castello è una signora veronese venuta con il
figlio e nipote. «Mi fanno male le gambe», confessa. E
quello delle barriere architettoniche è un limite che il
Museo provinciale dovrebbe risolvere. Il direttore ha
lanciato la sua proposta di ascensore esterno: ora si passi
dalle parole ai fatti. Unici assenti, pare, sono i
trentini... ma non c'è da preoccuparsi la mostra resterà
aperta per parecchio tempo....
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