Trento - Le Case Rellaright

a Trento

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Piazza Duomo di Trento

Case Rella - 21 Settembre 2003

I LUOCHI DELLA LUNA

Le  più famose ed anche studiate fra le case affrescate di Trento, sono di certo le case Rella di piazza Duomo. Sono comprese fra la settecentesca chiesa dell'Annunziata, in via Belenzani e lo stretto edificio che ospita una delle più vecchie farmacie della città : la Farmacia d'Armi, sotto il bellissimo porticato dove i turisti solitamente siedono davanti ad un apertivo e guardano estasiati la bellezza della piazza Duomo.

 

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Le due case << gemelle >>impostate su un tracciato poligonale in piazza Duomo a Trento, in genere conosciute come case Rella, praticamente da sempre si offrono all'ammirazione estatica del visitatore come quintessenza dell'allegorismo. Se già il Mariani ( 1673 ) a proposito della decorazione affrescata scrive che in essa << parlano molte figure e scurcio, motto e geroglifico >>, e più tardi Bartoli ( 1870 ) nota negli affreschi << figure simboliche emblemi e geroglifici >> bisogna arrivare ai nostri giorni per vedere sviluppata un'intuizione che lo stesso Folgari aveva avuto, tirando in ballo    ( senza peraltro ricavarne alcun risultato tangibile ) quegli EMBLEMATA dell'Alciati che hanno permesso a Laura dal Prà di sciogliere brillantemente uno dei nodi finora ritenuti tra i puù ingarbugliati nella lettura delle tematiche sviluppate in facciata a Trento. "Le strade pubbliche sono riputate Luochi della Luna; è però secondo i vari e diversi capricci dei pittori, tutte quelle istorie, fantasie, invenzioni, chiribizzi che vi vengono a cuore vi si possono dipingere....." Si legge nel testo : " TRATTATO DELL'ARTE DELLA PITTURA " di Gian Paolo Lomazzo. Lomazzo pubblica il suo trattato nel 1584, queste brevi linee comunicano un'immagine, sospesa e favolosa, della città rinascimentale. Le strade - i luoghi della luna, mentre << Luochi Solari >> sono i palazzi reali, le case dei principi e via dicendo -  prendono l'aspetto di una sorta di terreno franco dove i pittori possono esprimere i loro << varie, diversi capricci >> dove possono dipingere all'aperto storie, fantasie, invenzioni, non per coloro ( un pubblico particolare, ristretto, selezionato ) che hanno accesso alle sale dei palazzi, ma per tutti quelli che passano per la via. N elle parole del Lomazzo le facciate delle case e dei palazzi appaiono come quinte dipinte che marcano lo spazio di una rappresentazione teatrale, come luoghi di libertà lasciati agli artisti, come una sorta di gigantesca quadreria in continua esposizione.

 

Sappiamo che le cose non sono andate in questo modo e, proseguendo la lettura, veniamo avvertiti che la libertà degli artisti non è totale, in quanto le figure devono essere eseguite << ...discretamente però, e con ragione, secondo il decoro e l'onestà che generalmente in ogni cosa si ricerca...>>. Faltra parte il fatto d'essere accessibile a tutti, di essere esposti a ogni sguardo, ad ogni pubblico, poteva avere conseguenze negative e far si che da alcuni considerate come appartenenti a un genere inferiore. La casa di sinistra, affrescata secondo quanto vuole una tradizione ormai consolidata da: Marcello Foligno, era all'epoca di proprietà di Tommaso Cazzuffi, dottore in legge e ripetutamente console della città di Trento ( 1523 - 1551 ), ancora una volta committente di ampia cultura, amante in particolare nella fattispecie del simbolismo criptico degli emblemi, solo all'apparenza pregnanti di moralismo facilmente didattico, in realtà quanto mai elitari ed esclusivi, sopratutto se si pensa che vennero preposti alla pubblica fruizione all'indomani, si può dire dell'uscita dell ' " EDILIO PRINCEPS" dell' " EMBLEMATUM LIBERI " di Andrea Alciati, edizione 1531. La ricca decorazione monocroma presenta sotto un fregio con gioco di putti, una serie di raffigurazioni allegoriche isolate disposte su 2 piani, mentre gli emblemi ( di molti, oggi purtroppo, sono più o meno parzialmente leggibili solo le scritte, trovano posto in medaglioni o losanghe su altre due facciate separate. Figure che rappresentano sicuramente episodi alludenti << alla stupidità del ricco e all'avarizia, all'unione mistica con Dio, all'aiuto reciproco, alla condotta pia, alla pericolosità dei vicini troppo forti, alla lentezza nella riparazione dei torti ed alla ingratitudine >>. Sempre con l'ausilio della raccolta Alciatea, la studiosa Dal Prà, è stata in grado di decodificare altre due immagini dipinte ( con alcune varianti ) nelle specchiature tra le finestre, infatti nella figura muliebre in equilibrio su una ruota, che tiene in mano una sfera e

regge le briglie << si deve riconoscere la dea della GIUSTIZIA NEMESI, cui spetta    " porre freno " all'arroganza di quanti si insuperbiscono per i propri successi, e riportare le cose nell'ordine naturale.

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L'Occasio è l'altra figura femminile, con un rasoio in pugno, che muove la ruota trascinando nella corsa un fanciullo che s'è aggrappato alle sue spalle, mentre un secondo cerca di imitarlo e altri due sono a terra poichè non ce l'hanno fatta ad         

<< afferrare al volo l'occasione >> appunto; una terza immagine nella fascia superiore

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che sviluppa toni legati al destino umano, impersona la dea FORTUNA, dalla duplice faccia ( fortuna/prospera e fortuna/adversa ) con la ruota in mano sopra un carro trainato da tre cervi. Una spiegazione soddisfacente non s'è trovata invece, atta a spiegare il nesso sottile che corre tra i rimanenti temi raffigurati, per alcuni dei quali è

ignota anche la fonte testuale. L'Uomo con il fuoco ai piedi , il Musico, il Gerione di dantesca memoria ( Inferno XVII, 1, 27 ) figura mostruosa, immagine di frode; la Generosità del Ricco a Cavallo nei confronti del giovane supplicante. L'aneddoto di DAMOCLE con la spada incombente sul capo mentre siede alla mensa del tiranno

      

Dionigi. Meno raffinatamente criptica ed ermetica, perchè meno informate sulle ultimissime novità, uscite in campo editoriale sul mondo allegorico ed emblematico, ma egualmente sfoggio di cultura umanistica intene essere, la facciata dell'adiacente palazzo di destra, dove per lasciare la parola al FOLGARI...<< ..un'allegoria dichiarata da molte iscrizioni, si esplica in numerose scene e figure; iscrizioni, non tanto di un pittore, quanto di un letterato che togliendo molti elementi dalla letteratura e dalla pittura del tempo volle esprimere un suo concetto morale ad ornamento della casa e ad educazione dei cittadini >>. Dal vecchio studio del FOLGARI ( insuperato per molti versi, in ogni caso tutt'ora unico esistente sull'argomento ), che fornisce una dettagliata descrizione delle decine e decine di personificazioni allegoriche dipinte, unitamente alla trascrizione dei versi esplicativi, non sarà possibile quì che riportare l'elenco puro e semplice degli eventi trattati. Si comincia nella zona sommitale con una serie di busti, che si ritrovano anche nel sottostante fregio continuo ( cliccara sulle immagini piccole per vederle e con BACK si torna alla pagina ), posti ad intervallare tre trionfi; IL TRIONFO D'AMORE, IL TRIONFO DELLA SAPIENZA, IL TRIONFO DELL'ABBONDANZA; tra le finestre del 2°piano troviamo la personificazione del  TEMPO  e della  ESPERIENZA , la scala della VIRTU'  e ancora la personificazione della  COSCIENZA, della  GIUSTIZIA,    della OBBEDIENZA e della TEMPERANZA. Scendendo al 1° piano si incontra la FORTUNA poi una figura allegorica troppo guasta per essere identificata, il SOSPETTO, la PRUDENZA cui fanno seguito altre 3 << figurazioni abbastanza complicate che si aggirano intorno allo stesso concetto: LA MUTABILITA' DELLA FORTUNA, IL POTERE DEGLI DEI, di dare o togliere ai mortali le ricchezze e la felicità >>, e non è finita, sul fregio continuo sovrastante, s'inizia con un impercettibile raffigurazione simile nell'impostazione a quella dei TRIONFI, mentre     << nel resto del fregio, giuocano dei putti, che un vecchio nudo, dalla lunga barba bianca, sporgendo su colla testa e le spalle e allargando le braccia spaventa e mette in scompiglio. 

 

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