Lavarone
La Grande Guerra arrivò sull'altopiano nel 1914 con la chiamata
alle armi di molti lavaronesi in seguito alla dichiarazione di
guerra dell'Austria Ungheria alla Serbia e, nel maggio successivo,
gli altipiani vennero a trovarsi in prima linea: il 24 maggio del
1915 il silenzio di queste montagne fu rotto dallo scoppio sordo
delle granate. La popolazione ancora sul territorio, principalmente
donne, bambini e anziani, venne fatta sfollare e iniziò per loro la
triste esperienza dei profughi nelle baracche nel campo di Braunau (Alta Austria).
Dopo
più di tre anni, nel Natale del 1918 la gente potè tornare alle
proprie case, trovandole razziate dai militari e danneggiate dai
bombardamenti. La comunità di Lavarone pagò il suo tributo alla
Grande Guerra 1914-18 con 188 vittime e con uno strascico di miseria
che si protrasse per molti anni a seguire.
Il
percorso espositivo si sviluppa su tre piani del Blocco Casamatte
della fortezza con temi distinti ma necessariamente connessi. Le
sale del pianoterra sono dedicate alla spiegazione delle origini e
delle particolarità del sistema di fortezza degli altipiani ed, in
particolare, alla storia del forte e del suo supporto con la
comunità.
Al
primo piano vengono delineati gli eventi e le operazioni militari
che ebbero protagonisti gli altipiani, ma nell'ambito del più ampio
contesto nazionale ed europeo. Il secondo piano è dedicato ai temi
della Grande Guerra: la trincea, la vita dei soldati, la "
guerra industriale ", la propaganda e la memoria. Con una
guarnigione di 200 soldati sotto la guida di un tenente, la fortezza
assolve pienamente alla propria funzione difensiva e di supporto
alle azioni militari. Sebbene sottoposto a pesanti bombardamenti
provenienti dalle artiglierie italiane di posta a Porta Manazzo,
Campolongo
e Campomolon, seppe resistere malgrado i danni subiti: infatti non
appena i bombardamenti cessavano, i soldati del forte provvedevano
al ripristino delle strutture lesionate.