TRENTO - ANNO DOMINI 1803    right

a Trento

Fragori di fine secolo

 

Ritratto di Napoleone Imperatore

Nella cornice rinascimentale di Palazzo Geremia, sede di rappresentanza del Comune di Trento, è allestita la sezione relativa alle vicende politico-istituzionali e militari che condussero alla caduta del Principato. Il visitatore viene accompagnato alla scoperta di questa turbolenta fase storica attraverso l'esposizione di carte geografiche e topografiche, vedute della città, importanti cimeli storici come la bandiera del Principato e le colubrine della Guardia Nazionale. Questa ultima appare schierata al gran completo in un celebre dipinto commemorativo realizzato nel 1806 da Domenico Zeni. Ampio spazio è dedicato alla cartografia dell'epoca e in particolare alla attività del geografo trentino Francesco Manfroni.La mostra prosegue con numerose testimonianze legate all'elezione e al governo dell'ultimo principe vescovo Pietro Vigilio Thun, il cui volto appare immortalato in medaglie, donari, incisioni,

D. Zeni, Rivista della guardia Nazionale nel 1801 ( part .)

calendari liturgici e in un importante dipinto di Giovanni Battista Lampi. Sono inoltre esposti i ritratti dei principali interlocutori istituzionali dell 'ultimo principe vescovo, in primo luogo Maria Teresa d'Austria e il figlio Giuseppe II, ma anche il sommo pontefice Pio VI, che compì una breve visita a Trento ill O maggio 1782 in occasione del suo viaggio di ritorno da Vienna. In sala Falconetto l'establishment del Principato si contrappone e si confronta con la realtà delle invasioni napoleoniche. Vi sono esposti i ritratti di alcuni esponenti dei principali corpi politici interni del piccolo stato: il consiglio aulico con il cancelliere Giambattista Gentilotti; il capitolo della cattedrale con il canonico Filippo Thun; infine il magistrato consolare con il capoconsole Gerolamo Graziadei, effigiato da Lampi insieme alla moglie, la contessa Marianna Bortolazzi. Alcuni dipinti e oggetti d'arte inediti provenienti da Castel Thun documentano i festeggiamenti organizzati dalla famiglia Thun a Passau nel 1796 in occasione della presa di possesso del locale Principato Vescovile da parte del conte Tommaso, fratello di Pietro Vigilio: un avvenimento fune stato dall'improvvisa morte del nuovo vescovo, che per il potente casato segnò l'inizio del declino. Un notevole ritratto di Domenico Zeni ricorda la contemporanea ascesa di un altro Thun, Emanuele Maria di Castel Bragher, dapprima come suffraganeo e poi come successore di Pietro Vigilio sulla cattedra vescovile 

 

Affusti di cannone utilizzati in quel periodo

di Trento. Tamburi da guerra, vedute di battaglie, armi da fuoco, editti e proclami illustrano le invasioni francesi del biennio 1796-1797 e la risposta militare dell'esercito imperiale affiancato dagli Schutzen trentini e tirolesi: una guerra combattuta sulle montagne e lungo i solchi vallivi, efficacemente rappresentata da un grande ex voto commemorativo della battaglia combattuta a Segonzano il 2 novembre 1796. I successivi sviluppi della situazione militare sono raffigurati nel modo più eloquente negli straordinari acquerelli inseriti nell'Atlante della campagna dei Grigioni, appartenuto al generale francese Étienne Macdonald, che illustra l'epica marcia dell'armata franco-italica da Zurigo a Trento attraverso le Alpi svizzere nel rigido inverno del 1800. L'impresa si concluderà il 6 gennaio 180 I con la presa di Trento da parte delle truppe comandate dal generale bresciano Teodoro Lechi. L'ultima sala è dedicata all'epopea napoleonica vista attraverso alcune testimonianze conservate in regione, molte delle quali inedite. Oltre ad armi e onorificenze - tra cui si segnalano la sciabola e le medaglie possedute da Giovanni de Maffei, tenente e maresciallo d'alloggio della Guardia d'Onore di Napoleone - di particolare interesse sono due ritratti del Bonaparte raffigurato all'apice della sua potenza. Non mancano tuttavia caricature e sonetti denigratori, mentre un dipinto proveniente dall'Accademia degli Agiati di Rovereto ci restituisce le sembianze di Francesco Filos di Mezzolombardo, il più acceso sostenitore degli ideali rivoluzionari e napoleonici nel Trentino. Chiude la mostra uno dei cinque esemplari esistenti al mondo della maschera funebre di Napoleone.

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