Feste Vigiliane anno 2005

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Gli aironi di San Lazzaro volano sul fiume


 

 

 

Il Palio dell´Oca per i prossimi 12 mesi sarà a San Lazzaro un pittoresco paesetto vicino a Meano. Colori grigioblu, simbolo airone, nervi d´acciaio in tutte le prove, i ragazzoni del paese a Nord di Trento hanno concluso al terzo posto la cavalcata su un fiume Adige molto placido che ha creato parecchi problemi agli equipaggi che hanno proposto riscontri cronometrici abbastanza deludenti. Alla fine, però, il calcolo delle penalità ha spinto in vetta il team sanlazzarese, forte di una precisione non indifferente, venuta a mancare solo nella prova inserita quest´anno, la pesca alla trota. I più delusi saranno invece i rappresentanti dell´Oltrefersina, gli unici a scendere sotto i 29 minuti - e quindi primi nella classifica parziale - ma poi sbalzati addirittura fuori dal podio a causa di un errore nella porta iniziale, oltre che con la diabolica freccetta. San Martino e Romagnano si sono spartiti la medaglia d´argento e bronzo, puntando più sulla precisione che sulla velocità. Debacle per i dominatori delle ultime due edizioni - Cognola - finita al 37mo posto e per i cittadini di Trento Urbe (terzultimi). Hanno potuto contare su un tifo scatenato le pulzelle di San Donà,

 

 

 

 

 

unico equipaggio completamente in rosa. Puntavano a lasciarsi alle spalle almeno un equipaggio di nerboruti maschiacci. E invece si sono dovute accontentare dell´ultima piazza. Risultando però prime in avvenenza. La novità di questo Palio dell´Oca 2005 è rappresentata dalla prova numero cinque, la pesca alla trota. 5.000 avannotti da raccogliere in un numero non superiore a cinque con un apposito guantino. Prova non semplice fallita da 28 equipaggi su 47. Stiano tranquilli gli animalisti. Nessuno dei guizzanti animaletti ha patito le pene dell´inferno e sono stati già liberati, in attesa di crescere e diventare dei pesci fatti e finiti. È stato il tiro della freccetta, il vero incubo dei cinque indomiti "zatteranti". Solamente nove equipaggi sono riusciti a centrare il bersaglio, dopo aver attraccato il destriero legnoso composto da tronchi e corde. La frazione che ha creato meno problemi è stata l´ancorotto, fallita solo da quattro team. Pochi grattacapi ha riservato anche la sesta prova (infilare il collo di un´oca con un anello) e la difficoltà iniziale, l´attraversamento delle paline. I più puliti sono stati ovviamente i primi tre classificati (con un solo errore), mentre i più spreconi sono risultati i tedeschi di Kempten, con ben 8 penalità. Sono due i vincitori di questo palio. Oltre a San Lazzaro, anche i tedeschi di Berlino Charlottenburg hanno potuto fregiarsi del titolo di trionfatori del Palio Internazionale, riservato a tutti gli equipaggi non italiani e ai primi due classificati dello scorso anno (Cognola e Montevaccino). Le due formazioni trentine si sono dovute accontentare del trentasettesimo e ventitreesimo posto. E così i gialloblù germanici, con la loro diciassettesima piazza, sono riusciti a mettere in fila tutti gli altri. Complimenti e auf wiedersehen.
 

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 La serata benedettina dedicata al monsignore storico


Una lunga laudatio e qualcuno mangia solo alle 23.15

Un frate che premia un prete sotto gli occhi benedicenti del vescovo (e del principe vescovo Lorenzo Dellai). Dormi tranquillo Cesare (Battisti), non ti agitare. Andrea Zanotti, che è persona intelligente, premierà anche te, finalmente, tra qualche anno. E intanto, in qualche tavolata, la pasta e fagioli giunge alle 23.20, dopo una fiumana di parole. Arriva anche la benedizione papale per monsignor Iginio Rogger, premiato ieri durante la Cena Benedettina, la festa pedecastelòta delle Vigiliane. E, comunque, la più bella festa della settimana dedicata al santo patrono di Trento. «Fratelli, sorelle, carissimi, sono qui sbalordito e travolto... - dice Rogger, commosso - È stato uno scherzo da frate. E sono stato accolto come mai mi è accaduto nella vita... non ho fatto altro che insegnare nella mia vita». Sono in duemila pronti a cibarsi della zuppa di pasta e fagioli preparata dal Comitato di Martignano, sotto le direttive assolutamente

 

 

 

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crucche di Luciano Cittadini. Ma le cose vanno per le lunghe e solo alle 22.15 si potranno vedere i frati benedettini servire la cena. Ai primi e più fortunati cittadini. Gli ultimi saranno serviti alle 23.20. Tra il pubblico qualche viso noto (Caterina Domicini, Pierluigi Angeli, Beppe Zorzi) e tanta gente comune. Alle 21 e qualcosina praticamente tutta la gente è seduta ai tavoli in uno scenario che a dir poco è fantastico, sul cocuzzolo di un monticello, contornato di boschi, che sta quasi al centro di una città, col mausoleo del grande socialista e patriota Cesare Battisti. Con profusione di candele, torce. E frati. Ecco, alle 21.45 entrano in fila i fratoni con le torce accese, mistici ed applauditi, accompagnati dal parroco di Piedicastello Piero Rattin. Sul tavolo delle autorità Andrea Zanotti, pedecastelòt oggi presidente dell´Itc, il vescovo Luigi Bressan, il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e il sindaco di Trento Alberto Pacher. Eppoi, monsignor Iginio Rogger, il premiato. Ed ecco l´onorificenza al vecchio sacerdote e storico di Trento e del Trentino. Zanotti, dubbioso professore di diritto canonico che vestito da frate si esalta, legge la motivazione. Lunga, lunghissima. Troppo lunghissima (vedi sotto). Pacherone è là, incerto se farsi prete pure lui o rimanere laico. La musica che anticipa e chiude la cerimonia è cantata dall´Ensemble... Concilium. Dormi tranquillo, Cesare. Tranquillo. Zanotti ricorda che oggi cade il 16° anniversario di consacrazione episcopale dell´arcivescovo Bressan. Oceanico Zanotti che finisce con un «grazie Iginio, grazie caro Iginio». E parla il vescovo (che poi andrà tra il pubblico a prendere la perpetua di Rogger e portarla sul palco, lei che da 50 anni aiuta il sacerdote). «È la festa anche - dice Bressan - di Virginia Tisi». Poi legge le parole del cardinale Sodano a nome di Benedetto XVI. Il premio a Rogger non è ricco, è significativo: acqua, sale, pane e vino. «Io ho visto il Doss Trento quando ancora non c´era il monumento a Battisti»

 

 

 

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ricorda Rogger. E il mausoleo, con tutta evidenza, tossisce. E i trentini non mangiano e sono le 22.10. Ma ecco, alle 22.15 arriva la benedizione e i frati iniziano a servire la cena. La gente rumoreggia con moderazione, ma ha evidentemente fame. La sera è fantastica, per il caldo buono e l´estate che arriva. La festa è bella, bellissima, sul Doss Trento che è meraviglioso. L´organizzazione è efficiente, se non fosse per le lungaggini accennate. Il vino è buono, la pasta e fagioli eccellente. La Cena Benedettina rimane la festa dolce delle Vigiliane. Nonostante il fatto che si tratti di frati che premiano preti, sotto gli occhi di vescovi e principi vescovi. Ma è certo, anzi certissimo, che l´intelligenza di Andrea Zanotti il prossimo anno diminuirà la lunghezza della laudatio e che un giorno o l´altro avrà l´idea di dare un premio anche

 

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a lui, a Cesare. A Cesare Battisti che, paziente e silenzioso, ha sorriso alle centinaia di frati benedettini che, benedetti dal vescovo e onorati dal principe vescovo, hanno servito i trentini per cena. È mezzanotte quando la gente sciama verso la città, in discesa stavolta, dopo aver salito le lunghe rampe del Doss Trento a piedi, nella calura. Dopo la pasta coi fagioli è arrivato il formaggio. Trento, sotto, se n´è stata quieta, per lasciare correre la festa, la serata tranquilla di questa estate del 2005: in cui l´Europa unita sembra dissolversi, l´economia italiana si è quasi già dissolta. Ma l´autonomia trentina resiste fieramente. Vanno giù i trentini, parlottando tra di loro. Lassù restano i frati di Gianfranco Bernardinatti, a fare ordine, a riconsegnare il Doss Trento a Cesare Battiti. Del resto, Piedicastello si è sempre distinto per essere un rione «rosso» e Battisti qui storicamente è stato di casa. Così sia.
 

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