Foto 25                                                         LE CIODE IN VIA VENEZIA

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Si chiamavano "ciode" e venivano dal Cadore e dal Bellunese, zone ancora più povere del 'Trentino. Erano donne vigorose e anche belle, ma spesso piegate dalla fatica per i lunghi viaggi a piedi attraverso i monti, cariche del pesante "zeston" dentro il quale trasportavano mestoli e cucchiai, utensili di legno e attrezzi per la cucina. Erano poveri oggetti,frutto di lunghi lavori invernali nei masi e venivano smerciati casa per casa, paese per paese, piazza per piazza attraverso una capillare presenza ambulante che per qualche verso può essere paragonata a quella dei "vu' cumprà ". Ma anche allora, nei ricordi dei contemporanei, le "ciode" agli angoli delle strade o sotto il tiglio di Piazza Duomo non comunicavano nulla di pittoresco; costituivano piuttosto il segno di contraddizioni sociali pesanti e non risolte, evidenziavano l'ingiustizia della povertà. Qui le "ciode" del Cadore, con le loro pesanti vesti a righe e il grande fazzoletto nero sulla testa, stanno all'angolo di via Venezia proprio dietro Port'Aquila.

 

 

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