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Il
mercato di Piazza Alessandro Vittoria, collegato con la vicina
Piazza delle Erbe, offre poche merci sui banchi mobili. A
riempire la piazza, di/atto, sono gli ombrelloni, le tende di
tela ruvida, ma soprattutto lo sguardo lontano del giovan garzone,
così concentrato e così smarrito. E il 1916, anno di guerra,
anno di fame anche a Trenta, di totale incertezza sul futuro: e lo
sguardo del giovane, dalla piazza del mercato, sembra percorrere non
senza angoscia tutte le sfide e le difficoltà del nuovo secolo.
Sullo sfondo sta il palazzo dell 'Arcivescovado (ora sede della
Banca d'Italia) prima del suo trasferimento a Villa Ceschi in piazza
Fiera.
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