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AVIO

Le viti che hanno reso importante, dal punto di vista enologico, la zona di Avio, climaticamente pregiata dove si riesce perfino a coltivare l'olivo, sono quelle del Merlot, del Cabemet e dell'Enantio, tre vini rossi che rappresentano il fio­re all'occhiello delle numerose aziende vitivinicole sorte a stretto contatto con le rive dell'Adige. Il Trentino Doc Merlot ha un profumo fruttato e si accompagna soprattutto a minestre, carni grigliate e formaggi stagionati, mentre il Trentino Doc Cabernet ha un profumo con sentore vegetale e si sorseggia con gli arrosti, la selvag­gina e i formaggi. Storia a sé fa l'Enantio, un vino rosso rubino prodotto da vitigni autoc­toni, alcuni resistono dalla fine dell'Ottocento. Il borgo merita senza dubbio una visita, che può partire dal cuore di Avio dove si pos­sono osservare i portali decorati da mascheroni barocchi e i loggiati "alla veneta". Gli edifici più interessanti sono la Pieve Vecchia, di cui si ha notizia fin dall'Alto Medioevo, e la fortezza che fu dei Castelbarco, una delle famiglie più potenti del Trentino fra n XII e il XV secolo ora di proprietà del F.A.I. Il castello, che domina la valle dall'alto dei suoi 325 metri, è circondato da una potente cinta murata e turrita e difeso da un mastio a pianta irregolare dalla cui sommità si può godere un panorama unico.

 

 

ISERA

Parlare di Isera significa parlare del Trentino Doc Marzemino d'lsera, il vino che ha portato nel mondo il nome di questo paese. Si tratta di un nettare rosso rubino con un sa­pore secco e il profumo dei frutti di bosco, che si sposa con i salumi, i piatti a base di fun­ghi, le carni bianche e rosse. Antichi documenti dimostrano che il Marzemino si serviva già nelle mense imperiali di Roma con il nome di vino retico e da allora ha attraversato i secoli senza perdere le proprie caratteristiche uniche. Anche Mozart, sedotto dal suo sa­pore, lo citò nel secondo atto del "Don Giovanni". Il borgo sorge ai piedi dei vigneti del Dos Penim, di fronte a Rovereto, e gode di un cli­ma mite. Chi lo visita non può mancare di esplorare i ruderi di Castel Corno, occupato dalle famiglie più potenti della valle dal XII al XVIII secolo e del quale rimangono la parte più alta e il pozzo. All'interno del centro abitato meritano un'occhiata Palazzo Fedrigottì e Palazzo de Probizer, nonché la chiesa di San Vincenzo menzionata nel XII secolo e ricostruita nel Seicento. Testimonianze più antiche ci hanno lasciato la Villa Romana, che è li a raccontarci la vita quotidiana di un piccolo mondo bucolico già dedito alla coltivazione della vite e alla sapiente manipolazione.

 

 

 

MEZZOLOMBARDO

La Piana Rotaliana è stata definita "il più bel giardino vitato d'Europa". Vi si estendono viti a filari pergolati, dalle quali si ricava il principe dei vini trentini, il Teroldego rotaliano, nettare autoctono che più di ogni altro personifica il carattere, la qualità e la genero­sità dell'enologia trentina. Questo vino dal colore rubino, che può essere conservato an­che per dieci anni, ha un gusto secco ed un profumo intenso lampone e mirtillo. Mezzolombardo sorge proprio nel cuore di questa terra, nota nel mondo per il suo vino. Per chi vorrà affrontare una passeggiata nella zona storica del paese un vista obbligata sarà la Chiesa di san Pietro, il cui nucleo originario risale al XII secolo. Dal colle su cui è stata edi­ficata si gode uno stupendo panorama su tutta la piana. Sarà l'edificio delle Ex Cantine Equipe 5 ad ospitare nelle serate di venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 maggio 2004 la Casa del Vino di Mezzolombrado, uno spazio creato ad hoc all'interno del centro storico del paese per fare festa, ma soprattutto per degustare il Teroldego rotaliano in abbinamento, per chi lo desidera, al tagliere dei salumi o dei formaggi tipici e al pane trentino. La Casa del Vino viene inaugurata venerdì 28 maggio alle 18.30 dalla Banda Municipale Cittadina di Mezzolombardo che insieme ai River Boys anima anche le serate successive. Degustare i vini della Piana Rotaliana all'interno delle Ex Cantine Equipe 5 è un'occasione unica per scoprire la struttura complessa dell'edificio, in origine un salumificio, poi trasformato nel corso dei secoli in spumantificio.

 

 

 

CEMBRA

Ci sono poche zone in cui si coltiva la vite con la dedizione che si osserva in Valle di Cembra. La vocazione vitivinicola di questa zona ha 3000 anni di storia, tanto che le prime coltivazioni su terrazzamenti sostenuti da muretti a secco ven­gono fatte risalire all'epoca Retoetrusca, periodo al quale appartiene la Situla, un vaso sacro del VI secolo avanti Cristo rinvenuto nel 1828. La specializzazione dei vigneti, la selezione varietale e l'accurata produzione hanno innalzato il livello qualitativo del prodotto. Il re dei vini cembrani è senza dubbio il Trentino Doc Muller Thurgau, un bianco di montagna dal profumo fresco, fruttato e intrigante che si adatta per­fettamente ai piatti a base di pesce e si trova a meraviglia nei panni di aperitivo. Cembra, il capoluogo della valle, è caratterizzato da strade scenografiche e da agglo­merati rurali antichi. I monumenti più interessanti sono la Pieve dell'Assunta, fondata nel XII secolo e riedificata nel Quattrocento secondo lo stile gotico, e la Chiesa di San Pietro, anch'essa chiaramente gotica, visitabile con guida gratuita nei giorni di VinArt previa pre­notazione. A pochi passi dall'abitato si trova il Lago Santo, un piccolo specchio d'acqua le cui spiagge in estate attirano molti turisti. .

 

 

 

VOLANO

Il Trentino D.O.C. Marzemino dei Ziresi viene prodotto dalle vigne messe a dimora su una pianura argillosa che si spinge fino alle pendici del Monte Finonchio, dove un tempo esistevano fornaci che sfruttavano la terra per produrre coppi e mattoni. Si tratta di un vino raffinato al profumo di viola mammola che si era meritato un posto di riguardo già nei banchetti dell'Imperatore d'Austria. Delle antiche mura che lo circondavano non è rimasto nulla, ma le testimonianze della dominazione austriaca e veneziana sono ancora numerose e ben visibili, soprattutto sugli eleganti edifici che si affacciano sull'ex via imperale. Di particolare interesse la Chiesetta di San Rocco, del XV secolo, e la Pieve della Purificazione di Maria, il cui nucleo ori­ginario risale al XII secolo. Chi è attirato dai panorami mozzafiato può inerpicarsi sulla parete del Cengio Rosso e salire fino all'Eremo di Santa Cecilia, costruito in un incavo della montagna quasi invisibile dal basso. Da lì potrà dominare la Valle dell'Adige da Trento a Rovereto. L'antico edificio di Casa Legàt, di origini quattrocentesche, sarà per tre serate, da ve­nerdì 4 a domenica 6 giugno 2004, dalle 18 alle 24, nella Casa del Vino di Volano, in cui tutti gli appassionati del nettare di Bacco e, ed i curiosi potranno apprezzare i vini di questo ter­ritorio, come il Marzemino dei Ziresi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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