in
Trentino
IL CASTELLO
DI STENICO
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Come arrivarci
Con l'automobile:lungo l'A22 la
Autostrada del Brennero ( uscita a
Trento centro ) o la SS 12
dell'Abetone e del brennero. Da
Trento si prosegue lungo la SS 45bis
per Tione fino a Ponte Arche, quindi
seguire le indicazioni. |
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Dalle Cascate
del Nardis prendiamo per la valle da Tavolo fino a Comano
dal <ponte dei Servi> sul Sarca, con la sua ringhiera ancora
originale in ghisa e i quattro delfini dai tempi del nonno,
si dovrebbe gettare uno sguardo nella gola boscosa profonda
novanta metri ( dalla piazzola di parcheggio vicino al ponte
), perchè in genere si passa senza accorgersi, vicino a
spettacoli inaspettati. Rimanendo sulla destra del torrente
si arriva a Ponte Arche. Da Villa Banale si può risalire per
arrivare, dopo le antiche case di Premione, al paese e al
castello di Stenico (da Tavodo vi si arriverebbe per strada
diretta, ma noi l'abbiamo trovata interrotta ad appena
cinque chilometri fuori del paese). Il paesino occupa una
sella, che scende a occidente verso Tione. Su un rilievo
meridional di questa sella sta la mole del Castello di
Stenico, uno dei più importanti e anche meglio conservati
castelli del Trentino. Domina tutte le Giudicarie Esteriori
ed è collegato a vista con tutti i castelli dei dintorni.
Quì si deve ammettere la presenza di un posto fortificato
forse preistorico, sicuramente romano e medievale.
Il
Castello di Stenico, disegno di Joanna von
Isser, Grossrubatscher ( 1882 ), Insbruck,
Biblioteca del Tiroler Landesmuseum
Ferdinandeum
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Cenni storici
Le origini del Castello sono
riassunte nell'iscrizione gotica ai piedi di tre
personaggi raffigurati nel grande affresco tardo
quattrocentesco ancora visibile sulla parete a levante
della sala del Consiglio, il grande salone al primo
piano del palazzo Nuovo: Carlo Magno, che donò il
territorio del Trentino occidentale alla Chiesa di
Trento, rappresentata da san Vigilio, ed il vescovo
Nberto I che costruì sul dosso di Stenico il primo
nucleo fortificato. È infatti dal 927 che le Giudicarie
dipendono amministrativamente dalla Marca di Trento e
dal 1027 dalla Chiesa di Trento, a seguito del dono
concesso al vescovo Uldarico dall'imperatore Corrado Il,
a conferma di una precedente concessione risalente al
1004 fatta dall'imperatore Enrico II. Il castello,
menzionato sin dal 1163, fu occupato per quasi otto
secoli da un Capitano che, in nome del Principe Vescovo
di Trento, esercitò la funzione di massima autorità
politico amministrativa nel territorio giudicariese.
Coinvolto nelle ambiziose imprese di tre potenti
famiglie, i Campo, i Lodron e gli Arco, che
sovente ardivano sfidare anche l'autorità vescovile, il
castello fu continuo oggetto di ampliamenti e modifiche,
che lo trasformarono da roccaforte in una pregevole
residenza principesco vescovile. Con la fine del potere
temporale dei Principi Vescovi di Trento e con il
trasferimento della proprietà
al Governo austriaco,
che lo adattò a sede dell'Imperial Regio Giudizio ed
Ufficio delle Imposte, il castello conobbe un lungo
periodo di degrado culminato con le distruzioni operate
dai prigionieri durante la prima guerra mondiale.
Trasferito al demanio italiano fu, sino al 1965, sede
della Pretura prima e della locale caserma dei
Carabinieri poi. I lavori di restauro, iniziati dalla
Soprintendenza, sono stati continuati dalla Provincia
Autonoma di Trento che, dal 1973, con il trasferimento
delle competenze in materia di tutela
del patrimonio storico artistico,
subentrata anche nella proprietà, lo ha arredato ed
aperto al pubblico.
Sala del Consiglio. Affresco di Giacomo
Staudenfunchs
(1473 ) |
Veduta del Castello di Stenico |
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Il castello
, dopo aver percorso una strada costeggiata di
meleti carichi di frutta, ci appare in tutta la
sua bellezza sull'alto di una collina che noi ci
accingiamo a scalare, dopo aver lasciato
parcheggiata la macchina in paese, in piazza nei
pressi di una monumentale fontana. Ci appare un
cartello, nei pressi dell'ingresso che richiama
all'epoca medievale e alla rappresentazione
dello stesso nel CICLO DEI MESI affrescato in
Torre Aquila a Trento che costituisce
undocumento fondamentale per la conoscenza del
maniero nel XIV secolo. Il fortilizio vi appare
circondato dalle mura di difesa, ancora oggi
visibili con torre angolari a rivellino
all'ingresso, successivamente demoliti. Si
individuano tre blocchi principali tutt'ora
riconoscibili: a sinistra quello più antico con
la porta d'ingresso; al centro il Palazzo Nuovo,
eretto nei primi anni del XIII secolo, con
caratteristiche bifore ad arco; infine la Casa
Vecchia, l'antica casa murata voluta dal
Principe Vescovo Adalpreto nella seconda metà
del XII secolo, sopraelevata e rimaneggiata dal
Vescovo Giorgio di Linchtestain ( fine XII
secolo ) al cui intervento sono ascrivibili le
finestre a croce guelfa. Si arriva all'ingresso
e oltrepassatolo ci appare una piazzetta con un
pozzo al suo centro e tutti i meravigliosi
palazzi, con le loro logge, intorno.
continua>>>>>> |
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