in Trentino
DOBBIACO, I RICORDI DELLA
GUERRA
I
ricordi della guerra
Un sentiero storico sul Monte Piana
Trincee, gallerie postazioni e tanto filo spinato
arrugginito ed anche croci in legno di qualche tomba
Per chi sale da Dobbiaco verso Cortina, lungo la strada che
lambisce il Parco delle Dolomiti di Sesto, il piccolo lago
di Landro compare quasi all'improvviso, appoggiato, a est, a
un'imponente parete di roccia. Sulla cima, a a quota 2300,
una grande croce domina tutta la valle. Una croce che non si
trova casualmente su quella vetta, perché racconta una
vicenda grande e tragica, avvenuta oltre 80 anni fa, ma i
cui segni sono ancora presenti sul terreno. Lassù, sul Monte
Piana, e sul suo vicino, il Monte Piano, alpini e
Kaiserjäger si sono fronteggiati, sparati, rispettati dal
1915 al 1917. Per vedere Monte Piana e il sentiero storico
che lo percorre in tutta la sua sommità ci sono due
possibilità. La prima, comoda, è quella che passa per il
rifugio Bosi, poco a nord della carrozzabile che da Carbonin
porta a Misurina. Una navetta, a disposizione dei turisti,
porta i visitatori a poco più di 20 minuti dalla cima del
monte e dall'inizio del sentiero storico. La seconda
possibilità, più faticosa, è quella che prevede l'intera
salita a piedi, lungo i sentieri continuamente percorsi, 85
anni fa, da militari e muli, per raggiungere il fronte in
quota. Se si lascia l'auto nel grande piazzale che si
affaccia sul lago di Landro, si può
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Come arrivarci in
auto
Autostrada del Brennero A/22 fino all’uscita di Bressanone,
poi la strada statale della Val Pusteria in direzione San
Candido - Austria, per 57 chilometri. Autostrada A/27 fino
all’uscita di Belluno, poi la strada statale 51, passando
per Cortina d’Ampezzo, per 104 chilometri.
Come arrivarci in treno
Da qualsiasi provenienza si giunge fino alla stazione di
Dobbiaco, con opportuni cambi secondo gli orari di
viaggio.[Orari treni Fs] |
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effettuare la
salita aggirando il monte Piana in senso orario: poco a nord del
lago (quindi verso Dobbiaco), si imbocca sulla destra il largo
sentiero 102 che conduce verso le Tre Cime di Lavaredo lungo la Val
Rimbon. Dopo circa un chilometro e mezzo, un cartello indica sulla
destra il sentiero n. 6 per la Val Rimbianco, che sale abbastanza
agevolmente in una gola percorsa da un torrente che per un lungo
tratto si sente scorrere ma non si vede. Salendo, sulla parete del
Monte Piana, che rimane a destra, si possono scorgere delle piccole
cavità, dalle quali le vedette austriache osservavano eventuali
movimenti sospetti nella gola. La forra, ad un certo punto, si apre
su verdi prati coperti dai baranci e si scende fino a livello del
torrente. Solo una pausa momentanea,
Dobbiaco, Monte Cristallo
perché subito si
deve ricominciare a salire, sulla destra, attraversando il torrente
su due stretti tronchi sospesi nel vuoto. Da lì inizia il ripido
sentiero che porta alla Forcella dei Castrati, un vallone che, a
quota 2300, separa il Monte Piana dal Monte Piano, la zona
controllata dagli alpini del re da quella presidiata dai Kaiserjäger
dell'imperatore. Tantissime le cose da vedere ed esplorare, dopo la
fatica della salita, che richiede dalle 2 alle 3 ore a seconda del
passo: le trincee, le gallerie, le postazioni, i resti arrugginiti
di filo spinato, reti di protezione, scatole di latta, le croci di
legno di qualche tomba disseminate qua e là sul vasto pianoro.
Piccoli monumenti con targhe raccontano in poche parole degli eroi
di quei tragici giorni: il maggiore Angelo Bosi, il tenente Ruggero
De Simone. E poi la «Piramide Carducci», in onore del «poeta del
vaticinio», e la Croce di Dobbiaco, che ricorda tutti i caduti. La
visita delle trincee austriache e di quelle italiane merita un paio
d'ore di tempo. Poi c'è la discesa, abbastanza impegnativa, lungo il
«Sentiero dei turisti» (6a), che si imbocca dal bivio sulla Forcella
dei Castrati oppure passando proprio sotto la grande Croce. L'intero
giro è di 17 km e richiede circa 6-7 ore di cammino. Faticoso ma
affascinante.
PASSO PALADE
Si trova in una
posizione molto caratteristica, lontana dal grande movimento - sia
di turisti che di residenti - che caratterizza (spesso con tanta
confusione) questo periodo di vacanze. Un motivo in più dunque per
raggiungerla e di assaggiare le specialità tipiche altoatesine che
vengono proposte. Si sta parlando della malga Lucco che si trova a
1850 metri poco sopra passo Palade, quasi al confine fra le province
di Trento e di Bolzano. Arrivare alla malga è comodo sia dal
versante trentino che da quello altoatesino: si lascia l'autovettura
a passo Palade e si imbocca una stradina forestale sulla destra
della statale per chi viaggia verso la Val di Non. Basta poi
camminare una quarantina di minuti ( l'escursione non presenta alcun
tipo di difficoltà ) per raggiungere la caratteristica costruzione.
Ampio lo spazio a disposizione all'esterno per prendere il sole e
soprattutto per mangiare le specialità tipiche altoatesine. Quella
della malga è una cucina (sia calda che fredda) molto semplice ma
molto curata dal gestore signor Kienzl che propone alcuni piatti
davvero da assaggiare. La malga Lucco in questo periodo estivo non
osserva il giorno di riposo.
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